
Fleet Management: cos'è e quali sono le competenze di chi se ne occupa
Andiamo a scoprire la figura del fleet and mobility manager, chi è, di cosa si occupa e perché è uno dei mestieri più orientato al futuro.
Compiti principali e competenze chiave per diventare Fleet Manager
Il ruolo fondamentale del fleet manager nella mobilità aziendale
Se si volesse tradurre il significato di fleet manager, avremmo, tra le possibili varianti, quella di responsabile del parco macchine: una figura centrale nella gestione delle flotte aziendali, diventata indispensabile per accompagnare le imprese nella transizione verso una mobilità aziendale sostenibile, intelligente e integrata.
Cosa fa il fleet manager
Quando si parla di fleet management, o di gestione delle flotte aziendali si deve intendere un'attività complessa e molto articolata, con impatti diretti sull'ambiente, sul benessere dei lavoratori e sull'efficienza anche produttiva di un’azienda.
Il compito principale del mobility manager è ottimizzare gli spostamenti casa-lavoro, riducendo l'uso di veicoli privati e proponendo alternative più sostenibili e condivise. Questo obiettivo può essere raggiunto grazie a:
• riorganizzazione degli orari di lavoro per ridurre il traffico; • offerta di soluzioni di mobilità condivisa, come car sharing o car pooling; • analisi e monitoraggio dei dati per valutare l'efficacia delle strategie adottate; • collaborazione con i fornitori di servizi per implementare sistemi integrati di supporto alla mobilità.
Per svolgere questo ruolo sono necessarie competenze specialistiche e una preparazione altamente qualificata. Si calcola che in Italia siano presenti meno di un migliaio di mobility manager, quasi tutti già operativi in ambito aziendale. Nonostante, però, il numero sia in crescita, rimane insufficiente rispetto agli obiettivi fissati dalle Istituzioni, i quali ne prevedono la presenza di almeno uno in ogni azienda di medie e grandi dimensioni già dai prossimi anni.
Le soluzioni più adottate dai fleet & mobility manager
Dinamicità e versatilità per un approccio multisettoriale sono le caratteristiche di base dell’azione di fleet and mobility manager. Tra le opzioni principali che la figura professionale tende a considerare, troviamo: • car sharing; • car pooling; • noleggio a lungo e medio termine; • mobilità urbana e micromobilità; • mobilità elettrica integrata
Corporate car sharing
Il car sharing aziendale è una soluzione innovativa per ottimizzare l’uso delle flotte. Grazie a sistemi di prenotazione smart, i veicoli aziendali vengono utilizzati da più dipendenti, migliorando l’efficienza complessiva. Sempre più spesso, le flotte sono miste e comprendono veicoli elettrici per gli spostamenti urbani e auto ibride o endotermiche per le lunghe percorrenze, garantendo sostenibilità ed efficienza.
Le soluzioni più adottate dai fleet & mobility manager
La maggior parte dei fleet manager e dei mobility manager adotta un approccio multisettoriale, utilizzando soluzioni integrate e flessibili per riuscire a rispondere a diverse esigenze contemporaneamente. Tra i servizi principali ai quali i professionisti della mobilità fanno ricorso oggi ci sono:
- car sharing;
- car pooling;
- noleggio a lungo e medio termine;
- mobilità urbana e micromobilità;
- mobilità elettrica integrate.
Corporate car sharing
Il car sharing aziendale è una soluzione di mobilità abbastanza recente, con la quale aumentare l’efficienza delle flotte. L’obiettivo è incrementare il periodo di utilizzo dei mezzi di trasporto aziendali, ampliando il numero di dipendenti che possono accedervi tramite sistemi di prenotazione smart delle vetture.
Per farlo i fleet & mobility manager si avvalgono sempre di più di flotte miste, ricorrendo a veicoli elettrici per le brevi e medie percorrenze, soprattutto per gli spostamenti in città. A questi mezzi ecologici sono affiancate vetture endotermiche e ibride, con le quali coprire i tragitti di lungo raggio in modo efficiente.
Car pooling aziendale
Il car pooling riduce l’uso di veicoli privati negli spostamenti casa-lavoro, attraverso la condivisione di auto private o aziendali. Questa soluzione si basa sull’impegno attivo dei dipendenti, incentivato dall’azienda tramite** rimborsi carburante, benefit o contributi per la ricarica dei veicoli elettrici** e permette di ottimizzare sui tragitti, con vantaggi sia ambientali che economici.
Noleggio a medio e lungo termine, mobilità urbana e micromobilità
La mobilità urbana rappresenta una delle più significative sfide per ogni fleet manager, date le restrizioni e la complessità della viabilità cittadina. In questo caso servono soluzioni innovative dedicate per una mobilità urbana integrata, che combinino veicoli tradizionali e mezzi di micromobilità per garantire spostamenti agevoli e 100% green. Come, ad esempio, veicoli a zero emissioni, completati con dotazioni aggiunte di monopattini elettrici, eBike o microcar, per coprire in modo efficiente l'ultimo miglio e favorire una mobilità più armonizzata.
Tutte possibilità integrabili con le comode e pratiche formule del noleggio a medio o lungo termine di auto aziendali, un servizio che permette di far fronte alle necessità di mobilità dell’impresa e dei dipendenti occupandosi di burocrazia e manutenzione. La prima, infatti, quella del noleggio a lungo termine, consente di costruire intere flotte sostenibili ed efficienti, riducendo i costi, anche d’acquisto, e l'impatto ambientale, da un lato, ma anche di sottoscrivere servizi di supporto; la seconda, a medio termine, come ad esempio un noleggio mensile, garantisce maggiore flessibilità per affrontare esigenze temporanee o gestire personale in trasferta.
Mobilità elettrica integrata
Aderendo a una formula di noleggio a lungo termine, i fleet and mobility manager possono introdurre la mobilità elettrica integrata nelle imprese, con pacchetti personalizzati che si riferiscano non solo al noleggio dell’auto green, ma anche, per esempio, con aggiunta di strumentazioni utili per una ricarica più pratica e veloce. Un modo ottimale che elimina spese particolarmente esose per prodotti e servizi che a causa della velocità del processo tecnologico del settore automotive, hanno una breve longevità. Infine, per le strategie più flessibili, è sempre possibile minimizzare i disagi posti dai limiti di un veicolo elettrico, potendo anche contare su una vettura endotermica subito a disposizione.
Mobilità aziendale: cosa prevedono le normative di legge
L’esigenza di individuare nuove figure professionali per gestire la mobilità aziendale si è ormai consolidata, spinta anche da precise disposizioni legislative. La normativa italiana stabilisce obblighi chiari per le aziende di medie e grandi dimensioni, con il Decreto Rilancio (DL 34/2020), infatti, è stato introdotto l’obbligo per enti pubblici e imprese private con oltre 100 dipendenti di nominare un fleet and mobility manager. Rispetto al precedente Decreto 179/1998, che obbligava le aziende con più di 300 dipendenti a nominare un responsabile per la mobilità aziendale, le nuove normative si rivelano, quindi, più stringenti. A queste si aggiunge il Decreto Interministeriale 179/2021, che segna le linee guida per la redazione del Piano degli Spostamenti Casa Lavoro (PSCL). Il documento strategico è obbligatorio per le imprese situate in specifici territori: capoluoghi di Regione, di Provincia, Città Metropolitane o Comuni con oltre 50.000 abitanti. Al netto però delle agevolazioni per le aziende che acquistano o noleggiano a lungo termine veicoli ecologici, l’Italia resta, tra i paesi più scettici dell’UE supportando ancora in maniera non adeguata la rivoluzione green.
L’evoluzione del fleet and mobility management negli ultimi anni
Negli ultimi anni, la figura del fleet and mobility manager ha assunto un ruolo sempre più rilevante. Questo professionista nasce dalla necessità di conciliare le esigenze aziendali con gli obiettivi di sostenibilità fissati a livello internazionale, come quelli sanciti dall’Accordo di Parigi e recepiti nel Green Deal europeo e riguardanti il futuro della mobilità. Già da tempo, le aziende impiegano figure come il fleet manager e il mobility manager, anche il travel manager, addetto ai viaggi aziendali, rientrava in questa rete di competenze. Tuttavia, la pandemia di Covid-19 e le crescenti pressioni legate alla crisi climatica hanno portato queste figure a convergere in un unico ruolo strategico: il fleet and mobility manager.
Questo professionista deve andare oltre un approccio settoriale, abbracciando una visione complessiva della mobilità aziendale, del resto, la sua missione principale è ridurre gli sprechi e i costi logistici. Per farlo, è necessario padroneggiare competenze in ambiti diversi, dall’amministrazione alla tecnologia, passando per la pianificazione strategica. L’uso di strumenti digitali avanzati, come software di gestione flotte e piattaforme per la mobilità integrata, è fondamentale per proporre soluzioni flessibili ed efficienti.
Come diventare fleet manager: studi e requisiti professionali
In passato, chi ricopriva l’incarico di fleet manager proveniva spesso da altri settori aziendali, acquisendo competenze sul campo, oggi, l’accesso a questo tipo di carriera, richiede percorsi formativi dedicati.
Nonostante la figura professionale sia relativamente nuova, diverse università, aziende e associazioni offrono corsi di specializzazione per preparare i futuri tecnici del settore. Questi programmi, spesso di breve durata, mirano a fornire competenze specifiche in: gestione flotte; mobilità sostenibile; logistica e pianificazione strategica. Una formazione, però, sempre adattata alle esigenze dell’impresa, visto che le responsabilità di un fleet manager variano notevolmente a seconda delle dimensioni aziendali e del settore di appartenenza.
Oltre alla formazione accademica, è fondamentale acquisire competenze pratiche in settori come l’amministrazionee l’analisi telematica dei dati e la capacità di utilizzare strumenti digitali avanzati.
Ed è probabilmente per tutti questi motivi che la domanda di fleet manager è in crescita e, con l’evoluzione della mobilità sostenibile, il loro ruolo diventerà sempre più centrale per le aziende di domani.